In ortopedia i Fattori di Crescita trovano largo uso da diversi anni in quanto possono favorire i fisiologici processi di guarigione dei tessuti: cartilagine, tendini, osso.

I fattori di crescita sono ottenuti dalle piastrine del sangue dello stesso paziente: spesso si uso il termine pappa piastrinica.

Sembra che la pappa piatrinica agisca inducendo la proliferazione di diversi tipi di cellule ed inibendo il rilascio di interleuchina 1 (IL-1) da parte dei macrofagi, limitando quindi il processo infiammatorio locale.

La pappa piatrinica tipicamente contiene una concentrazione di piastrine circa 5 volte superiore a quella presente normalmente nel sangue. Le piastrine nel loro interno contengono numerosi fattori di crescita tra cui:  il PDGF (platelet derived growth factor) che promuove l’angiogenesi, l’epitelizzazione, la formazione di tessuto di granulazione; il VEGF (vascular endothelial growth factor) che promuove l’angiogenesi; l’EGF (epidermal growth factor) che promuove la differenziazione cellulare e stimola la collagenasi; l’FGF (fibroblast growth factor) che promuove la proliferazione delle cellule endoteliali e dei fibroblasti e stimola l’angiogenesi.

Attraverso un processo di centrifugazione ed all’aiuto di filtri si riesce a separare le piastrine dalle altre componenti cellulari del sangue ed ottenere così un prodotto ad alta concentrazione piastrinica, una sostanza giallastra, il surnatante.

Miglioramenti della tecnica hanno permesso oggi di preparare il surnatante con e senza linfociti (NAstride).

TECNICA

La procedura è eseguita in ambulatorio: richiede circa 25 minuti, non necessita di anestesia ed è indolore. Si preleva dalla vena del un braccio una piccola quantità di sangue che viene trattato in una centrifuga. Tale procedimento consente di separare le piastrine dalle altre componenti cellulari del sangue e di ottenere una sostanza giallastra, il surnatante. Questo verrà iniettato nella cavità articolare di nostro interesse. Il ciclo prevede 3 o 4 iniezioni a distanza di 15 giorni.

Non vi sono controindicazioni alla tecnica e non c’è il rischio di trasmissione di malattie come HIV e Epatite.

La tecnica può essere utilizzata nel trattamento delle condropatie del ginocchio (gonartrosi) e della tibiotarsica.    

Ideale nel trattamento delle lesioni muscolari, nelle tendinopatie inserzionali (epicondilite, epitrocleite) e nella sindrome retto adduttoria (pubalgia), nel trattamento delle lesioni della cuffia dei rotatori della spalla, come adiuvante nel trattamento delle rotture sottocutanee del tendine d’Achille.

La pappa piatrinica è particolarmente apprezzata per le sue spiccate proprietà antinfiammatorie.

Applicazioni cliniche della pappa piatrinica

Severa gonartrosi.
Lesioni della cuffia dei rotatori.
Epicondilite, epitrocleite.
Artrosi della caviglia.
Tendinite d'Achille.
Fascite plantare.
Lesioni muscolari.

                                             

La procedura principe nella medicina rignerativa è rappresentata dalla frazione stromale del tessuto adiposo. Attraverso la classica metodica di una liposuzione, vengono estratte oltre al grasso anche alcune cellule che si trovano vicine ai vasi sanguigni presenti nel tessuto grasso.

La medicina rignerativa ortopedica fa uso delle cellule mesenchimali, dette anche cellule totipotenti, attivandole al fine di rigenerare quel tessuto danneggiato con la finalità di ripararlo.

Queste cellule mesenchimali di derivazione adiposa dimostrano di essere dotate di un’enorme potenzialità rigenerativa. Inoltre sembra che la loro capacità rigenerativa sia indipendente dall’età del soggetto, non age-related, rendendo la procedura valida anche nel soggetto di età più avanzata. Quindi quando ci viene proposto il prelievo di cellule adipose per la cura della nostra gonartrosi, il medico intende fare uso di queste cellule mesenchimali e non del tessuto adiposo che le ospita.

I ricercatori hanno scoperto una sede ideale per il prelievo delle cellule mesenchimali è rappresentata dal tessuto adiposo presente nell'addome o nelle cosce.

Tecnica

Attraverso un piccolo ago introdotto in regione periombelicale viene estratto un prelievo adiposo. Mediante una minima manipolazione si raggiunge una riduzione volumetrica del prelievo attraverso l’eliminazione di residui oleosi ed ematici a contenuto pro-infiammatorio. Con una procedura meccanica viene attivata la frazione stromale del tessuto adiposo contenente le cellule mesenchimali. In particolare viene attivata la conversione da pericita a cellula mesenchimale attivata. Questo preparato, che viene iniettato a livello dell’articolazione o del tendine danneggiato, rappresenta un substrato naturale che avvia i fisiologici processo di rigenerazione tissutale.

La procedura, eseguita in sala operatoria, dura circa 25 minuti, richiede un’anestesia locale ed è indolore. Dopo circa tre giorni il paziente può riprendere la maggiore parte delle sua attività.

I pazienti trattati riferiscono un evidente miglioramento clinico sia del dolore che della funzionalità articolare: infatti, nel giro di qualche mese le cellule mesenchimali iniettate agiscono riparando la cartilagine usurata o favorendo la guarigione del tendine sofferente.                              

INDICAZIONI

Cura delle cartilagini articolari di  spalla, mano, gomito, anca, ginocchio e caviglia affette da lesioni di tipo degenerativo o traumatico.

Cura delle lesioni tendinee.

VANTAGGI

Nei giorni seguenti al trattamento si osserva una notevole riduzione del dolore, fino alla sua scomparsa, ed un recupero motorio dell’articolazione trattata.

I benefici variano da un minimo di 1 anno fino a 3 anni: maggiormente è danneggiata l’articolazione minore sarà il beneficio.

L’uso delle cellule adipose non vuole rappresentare un’alternativa all’intervento chirurgico, ma può permettere di ritardarlo come nel caso di un ginocchio artrosico o migliorarne il decorso come nel  caso di una sutura di un tendine d’Achille, incrementando il potenziale rigenerativo-riparativo proprio del paziente.

Nei soggetti anziani o che non accettano l’intervento chirurgico, le cellule adipose rappresentano un buon compromesso.

Nella terapia con farmaci per via intra-articolare, l'acido ialuronico, componente fondamentale del liquido sinoviale e della matrice cartilaginea, utilizzato per via intrarticolare, si dimostra molto efficace.

L’acido ialuronico rappresenta una valida opportunità per la cura dell’osteoartrosi, da collocarsi fra la terapia medica e quella chirurgica.

Va consigliato all’esordio della malattia e nelle fasi di acuzie.

L'acido ialuronico è normalmente presente nel liquido articolare e contribuisce alla lubrificazione ed all'assorbimento degli stimoli meccanici. Nella cartilagine artrosica la matrice è alterata a causa della riduzione del liquido sinoviale presente, con conseguenze sulla vitalità e sulla sintesi condrocitaria.

Tre sono i principali meccanismi ipotizzati di azione dell’acido ialuronico: un effetto biomeccanico (medical device); un effetto antinfiammatorio e condro-strutturale (farmaco).

Con il miglioramento della viscoelasticità, il liquido sinoviale è più efficace nell’assorbimento dei carichi articolari e nel lubrificare le superfici articolari.

Altri benefici della terapia con ialuronato sono un incremento della sintesi dell’acido ialuronico endogeno e la sintesi dei proteoglicani.

Relativamente al peso molecolare ideale che dovrebbe avere l’acido ialuronico, quello con PM fra 0,5 x 106 e 4 x 106 Dalton presenta una affinità ideale per i recettori dell’acido ialuronico presenti sul condrocita. Quindi, sembrerebbe, non tutti gli acidi ialuronici hanno sicuri effetti terapeutici, ma solo quelli con un giusto peso molecolare.

 La somministrazione è per via iniettiva endoarticolare previa disinfezione dell’area cutanea. Normalmente si preferiscono cicli di 3 o 6 iniezioni endoarticolari in base al peso molecolare scelto. Nell’anca si preferisce la somministrazione singola di acido ialuronico ad altissimo peso molecolare.

I benefici possono essere avvertiti dal paziente per un periodo di tempo variabile dai 4 ai 12 mesi, la terapia può essere ripetuta.

INDICAZIONI

Cura delle articolazioni di  spalla, gomito, mano, anca, ginocchio e caviglia affette da lesioni di tipo degenerativo.

Nel gomito può essere usato nella cura dell’epicondilite.

VANTAGGI

I benefici possono essere avvertiti dal paziente per un periodo di tempo variabile dai 4 ai 12 mesi. La terapia può essere ripetuta.

Dott. Vinicio Perrone

Medico Chirurgo
Specialista in ortopedia e Traumatologia

Domus Medica s.r.l.
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