Il dott. Vinicio Perrone è un medico chirurgo specialista in ortopedia e traumatologia con subspecializzazione in ortopedia pediatrica, avendo maturato una grande esperienza nel corso degli anni in prestigiosi centri ortopedici pediatrici tra cui il Children Hospital di Boston (USA) ed il Policlinico Universitario “Agostino Gemelli” di Roma.
L’ortopedico pediatrico si dedica alla cura delle patologie ortopediche di tipo congenito o acquisite del bambino e dell’adolescente, nonché alla traumatologia dei giovani pazienti.
Il bambino, nel corso della sua crescita, può presentare delle patologie di carattere ortopedico e traumatologico che richiedono uno specifico trattamento, talvolta diverso da quello che si riserva all'adulto. Non bisogna pensare, infatti, che il bambino sia un adulto in miniatura e tutto ciò che vediamo di diverso rispetto all'adulto sia frutto di una malattia. Le anomalie di crescita possono essere del tutto normali in un bambino, rappresentando delle tappe fisiologiche della crescita.
L’ortopedico pediatrico deve possedere una particolare sensibilità per rapportarsi con semplicità e delicatezza con pazienti giovani, spesso incapaci di comprendere la necessità di alcuni trattamenti.
Più precocemente viene effettuata la diagnosi, più efficaci e semplici saranno le possibilità di intervento. Se questo è valido in tutti gli ambiti della medicina, in ortopedia pediatrica è ancora più evidente, proprio perché si va ad intervenire su strutture scheletriche in crescita che, se non trattate per tempo, non faranno altro che peggiorare durante lo sviluppo.
Ecco perché a tutti i neonati viene prescritta l'ecografia delle anche, da effettuarsi nei primissimi giorni di vita del bambino, per escludere una displasia congenita dell'anca, cioè di quelle anomalie di sviluppo dell'anca che possono portare ad un'alterazione dei rapporti tra la testa del femore e l'acetabolo. In questa età un attento controllo ortopedico permette di effettuare una diagnosi precoce ed escludere altre malattie o disturbi dell'apparato muscolo-scheletrico.
E’ consigliabile per i genitori rivolgersi al proprio pediatra ed eventualmente approfondire con una visita ortopedica specialistica, non appena ci si renda conto o si sospetti la presenza di un'anomalia nella posizione dei piedi, degli assi delle ginocchia, di una gobba nella colonna vertebrale.
Nei primi mesi di vita il bambino può presentare problematiche ortopediche congenite che riguardano le anche ed i piedi. Già in occasione dei primi controlli effettuati dal pediatra in ospedale, può emergere un disturbo di formazione dei piedi che richiama anche l'attenzione dei genitori.
Il piede torto non è sempre riducibile con le semplici manipolazioni: trattasi di una patologia multifattoriale in cui concorrono fattori ambientali e genetici. Il trattamento del piede torto mediante il metodo Ponseti spesso consente la correzione completa della deformità senza ricorrere alla chirurgia.
Invece può essere più subdola e difficile da identificare una displasia congenita dell'anca. Talvolta il semplice uso di un doppio pannolino può essere sufficiente a favorire il corretto sviluppo dell'anca; altre volte bisogna ricorrere all'uso di tutori esterni; poche volte è necessaria la chirurgia. L'osservazione ed il trattamento precoce sono fondamentali per preservare questa articolazioni da danni maggiori e difficilmente trattabili nell'età adulta.
Il bambino più grande di età e che già ha iniziato a camminare da qualche anno può presentare una strana deambulazione: talvolta le ginocchia ed i piedi si guardano all'interno (strabismo convergente) ed è facile che possa cadere; altre volte i piedi si presentano cadenti all'interno, appiattiti. Nel primo caso è verosimile che vi sia una difetto di torsione del collo femorale (anca antiversa) che condiziona i movimenti dell'anca: il bambino ruota all'interno le gambe ed i piedi per ricentrare le anche rispetto al bacino. La correzione di questo difetto torsionale permetterà il pieno recupero deambulatorio. Nel secondo caso è verosimile la presenza di un piede piatto, caratterizzato da un ridotto sviluppo dei muscoli cavizzanti del piede. Nel piede piatto si assiste alla caduta della volta plantare ed alla caduta del calcagno all’interno. Il piede piatto spesso non provoca dolore ma può influenzare negativamente lo sviluppo delle ginocchia e delle caviglie in modo grave. Se il piattismo permane dopo i 6 - 7 anni di età occorre una valutazione ortopedica per stabilire il trattamento corretto nei modi e nei tempi. La gestione del piede piatto sarà chirurgica: il trattamento andrà effettuato prima dello sviluppo puberale. L'eventuale uso di un plantare correttivo andrà riservato soltanto ai bambini con piedi doloranti e troppo piccoli per essere sottoposti ad intervento chirurgico.
L'adolescente può evidenziare altri disturbi di crescita: ad esempio si può osservare che le ginocchia si toccano all'interno o che si incurvano a parentesi. Ci troviamo di fronte ad un difetto di sviluppo che configura il ginocchio valgo o varo. Il trattamento a questa età è estremamente semplice ed efficace: si ricorre alle tecniche di emi-epifisiodesi per modificare nel modo desiderato la crescita del ginocchio fino a quando non sarà corretta la deformità.
Altra patologia che tipicamente si osserva in età adolescenziale è quella della scoliosi. Trattasi di una deformità tridimensionale della colonna vertebrale: il gibbo costale rappresenta l’espressione della malattia più importante e che richiama l'attenzione dei genitori. In questa patologia più che mai vale il principio che prima si tratta la deformità minori saranno gli esiti della malattia nell’adulto. Il corsetto o la chirurgia permettono ottimi risultati soprattutto nelle fasi precoci della malattia.
Non sempre, tuttavia, dobbiamo pensare che le deformità del rachide siano conseguenza di una scoliosi. I paramorfismi o gli atteggiamenti scoliotici mimano una scoliosi: in questi casi la deformità scompare completamente flettendo il rachide e trova indicazione la fisioterapia e l'osteopatia per ristabilire il corretto equilibrio muscolo-scheletrico.
La spondilolistesi, invece, è un’altra grave malattia della schiena, avente come caratteristica un lento ma continuo scivolamento di una vertebra in avanti, rispetto a quella sottostante.
Tra i trattamenti utili vi è il riposo assoluto a letto, l'assunzione di analgesici, l’applicazione di un corsetto, la ginnastica di tonificazione; nei casi gravi la chirurgica è sempre risolutiva.
Altre volte, nell'adolescente si possono evidenziare disturbi di crescita in lunghezza di una gamba rispetto alla controlaterale, risultandone una caduta del bacino verso il lato più corto. Le dismetrie degli inferiori rappresentano un capitolo importante dell'ortopedia pediatrica che possiamo trattare con le tecniche di allungamento degli arti inferiori. Il fissatore esterno permette contemporaneamente di allungare un segmento osseo e correggerne l'asse. Si può fare uso anche dei chiodi allungabili che, inseriti, all'interno del femore, permettono l'allungamento dell'osso senza correre il rischio di fratture come è possibile nel caso che si usi il fissatore esterno.
Altre volte il nostro bambino può presentare una zoppia progressivamente invalidante per disturbi di circolazione sanguigna nella testa del femore (malattia di Perthes) o per disturbi metabolici dell'osso (rachitismo, malattia di Blount).
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