Anche nelle piccole articolazioni della mano è possibile l’impianto di artroprotesi. Nel caso esiti di fratture complesse malconsolidate o di malattie degenerative come l’Artrite Reumatoide, l'articolazione coinvolta si può presentare dolorante e limitata nel movimento. Un tempo si sacrificava l’articolazione effettuando l’artrodesi, cioè le estremità ossee dell’articolazione venivano fuse, con la conseguente perdita del movimento.
Oggi è disponibile una nuova generazione di impianti protesici studiati per la mano. Essi permettono la risoluzione del dolore, il recupero del movimento e la stabilità della articolazione. Si tratta di modelli protesici che riproducono l’anatomia dell’articolazione che si va a sostituire, inoltre presentano una maggiore durata nel tempo sia in termini di stabilità sia in termini di prestazioni funzionali. Sono realizzate in pirocarbonio: carbonio puro, trattato ad altissima temperatura, biocompatibile e altamente resistente all’usura.
Vi sono diversi modelli protesici ognuno dei quali indicato per una specifica articolazione. Il recupero è valido in tempi variabili dai 15 ai 40 giorni, in base alla complessità dell'intervento chirurgico effettuato. Nel successo di questa chirurgia sono fondamentali le abilità del chirurgo unitamente all'uso di una strumentazione studiata per questa chirurgia, avviare un percorso riabilitativo “Fast Track” che prevede un ottimale controllo del dolore post-operatorio ed una rieducazione motoria personalizzata e ripetuta nel corso della giornata per almeno due volte.
Infine, tutto questo non può prescindere da una forte spinta motivazionale del paziente.
CASI CLINCI
Caso1: quadro radiografico preoperatorio: artrosi interfalangea prossimale del dito mignolo in malattia psoriasica.
Aspetto clinico preoperatorio ed a 5 giorni dall’intervento.
Quadro radiografico a 30 giorni. La linea di radiotrasparenza è dovuta al pirocarbone radiotrasparente.
Caso 2: frattura malconsolidata base falange prossimale del dito medio mano destra.
Quadro radiografico prima del trattamento.
Controllo radiografico a 6 mesi.
Vista intra-operatoria della componente protesica impiantata nella falangetta prossimale.
Aspetto clinico del 3° dito della mano a tre mesi dall’intervento.
LA FISIOTERAPIA E LA DETERMINAZIONE DEL PAZIENTE SONO FONDAMENTALI PER IL PIENO RECUPERO DI UNA MANO