Epicondilite di gomito

Allorquando viene ripetuto un movimento della mano e del polso diverse volte nel corso della giornata, dei mesi e degli anni, si possono infiammare i tendini estensori della mano allo loro origine, cioè a livello dell’epicondilo, prominenza ossea situata sul versante laterale del gomito.  

Questa malattia, conosciuta anche come “gomito del tennista” perchè spesso affligge i giocatori di tennis, si manifesta anche nei lavoratori che svolgono attività lavorative che richiedono l’uso frequente e prolungato di strumenti come il martello o il cacciavite.

Il dolore lamentato al gomito  spesso si cronicizza e si irradia distalmente lungo l’avambraccio. Il primo approccio terapeutico consiste nel riposo articolare e nell'evitare quelle attività che hanno scatenato la malattia in associazione ad una terapia medica antiinfiammatoria ed alle cure fisioterapiche che accelerano i tempi e la qualità della ripresa.

Una sola iniezione di cellule mesenchimali di provenienza dal tessuto adiposo (Lipogems) permette un recupero sorprendente sia per la riduzione del dolore sia per raggiungere una riparazione delle microlesioni all'inserzione degli estensori sull'epicondilo. Anche le  iniezioni di acido ialuronico, almeno 5, o della pappa piatrinica, almeno 3, aiutano nel sollievo dei sintomi, tuttavia con risultati clinici che possono essere inferiori  e meno duraturi nel tempo.

La terapia chirurgica, ove dovessero fallire le terapie infiltrative locali, consiste nel detendere l’inserzione dei muscoli epicondilari. Pensiamo ad una corda di arco, obiettivo dell'intervento è proprio quello di detendere la corda dell'arco. La procedura viene effettuata in anestesia superselettiva e non richiede ricovero. Il recupero completo di solito richiede 2-3 mesi.

Di seguito è illustrata la tecnica chirurgica usata nel trattamento dell’epicondilite laterale. 

Si espone l’inserzione dei muscoli epicondilari.

Si apre la guaina miotendinea che si inserisce sull’osso.

Si effettuano dei piccoli fori nell’osso al fine di far aumentare il flusso di sangue localmente e favorire i processi fisiologici di guarigione. La guaina miotendinea viene richiusa e detesa in quanto staccata dalla sua normale sede di inserzione.

Dott. Vinicio Perrone

Medico Chirurgo
Specialista in ortopedia e Traumatologia

Domus Medica s.r.l.
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