Protesi d’anca di rivestimento o Hip resurfacing arthroplasty

L’articolazione dell’anca può diventare molto dolente al punto che la deambulazione e la vita di una persona ne risulteranno compromesse.
L’artrosi è una malattia che compromette il tessuto cartilagineo riducendo progressivamente i movimenti dell'anca.

Nelle forme moderate di coxartrosi trova indicazione l'innesto di cellule mesenchimali prelevate dal tessuto adiposo dell’addome: questa tecnica permette di rigenerare la cartilagine articolare che ricopre la testa femorale, migliorare la funzionalità articolare e ridurre considerevolmente il dolore.
Quando diventa difficile camminare, l'attività sportiva diventa difficile e siamo ancora giovani, l’impianto di una protesi d'anca di rivestimento può rappresentare la scelta migliore.

Come dice il termine rivestimento, andiamo a rivestire la testa del femore con una semisfera di metallo e la cavità acetabolare con una coppa in ceramica su un supporto in metallo. Si tratta di una protesi che conserva le strutture anatomiche dell’anca ed in particolare il collo del femore, evitando problemi come le differenze di lunghezza degli arti inferiori e riducendo al minimo o annullando il rischio di lussazione dell’impianto.

In questo impianto lo scorrimento avviene tra metallo e ceramica. I grandi diametri della testa e del cotile e la conservazione del collo femorale osseo permettono un ampio arco di movimento con la possibilità di continuare a praticare sport anche a livello agonistico.


L’accoppiamento metallo/ceramica rappresenta un’evoluzione delle precedenti metallo/metallo

che presentavano l'inconveniente di liberare particelle di cobalto e cromo a causa dell'attrito fra i due metalli.
La protesi d'anca di rivestimento è ideale per i pazienti giovani, di sesso maschile, con buona qualità di osso, che intendono proseguire l’attività sportiva anche dopo l’intervento chirurgico. Altro vantaggio è rappresentato dal fatto di conservare il collo del femore e l'acetabolo naturale, preservando così l’anatomia e la geometria di quel bacino ed i movimenti propri ed unici di ogni individuo.
L'intervento è controindicato in presenza di alterazioni dell'angolo di inclinazione del collo femorale (varismo), esiti di fratture, osteoporosi. La donna con difficoltà si presta a questo tipo di chirurgia perchè fisiologicamente spesso presenta la testa del femore di piccole dimensioni.

Inoltre, preservando l’osso del paziente sarà più facile, in caso di revisione per mobilizzazione, fare uso di una protesi d’anca di primo impianto allorquando fosse necessario.
Chi si sottopone a questo particolare intervento chirurgico può pensare di ritornare a praticare sport ad alto livello come il tennis, il golf, il ciclismo, lo sci e le arti marziali proprio in considerazione della stabilità e dell’ampio range di movimento tipici di questo impianto protesico.

Quindi la differenza tra protesi d’anca tradizionale e protesi di rivestimento è data dalla maggiore conservazione delle strutture ossee e dalla possibilità di offrire maggiori richieste funzionali. Il paziente può continuare a praticare l’attività sportiva di prima, anche a livelli agonistici, senza che lo sforzo intenso a cui si sottopone l’articolazione danneggi precocemente l’impianto.

Dott. Vinicio Perrone

Medico Chirurgo
Specialista in ortopedia e Traumatologia

Domus Medica s.r.l.
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