La radiofrequenza nell'anca

L’articolazione dell’anca può diventare molto dolente allorquando si verifica il consumo della cartilagine articolare che ricopre la testa del femore e la cavità del bacino che l’accoglie.

L’artrosi, gli esiti di fratture malconsolidate, la displasia dell’anca, possono favorire un precoce consumo del tessuto cartilagineo alterando e compromettendo i movimenti di questa articolazione.

Nelle forme di coxartrosi dove il dolore è moderato-severo un approccio terapeutico può essere quello di agire direttamente sulla trasmissione del dolore, interrompendola attraverso una lesione temporanea dei nervi periferici. La radiofrequenza sull’anca prevede che l’energia emessa da un ago agisca sul nervo riducendone la trasmissione dei segnali dolorosi provenienti da una specifica area anatomica.

Cardiovascular X-Ray and an angiographic injection system in a hospital

Nella coxartrosi con la radiofrequenza si “stordisce” il nervo femorale ed il nervo otturatorio, entrambi responsabili del dolore accusato all’inguine ed irradiato alla coscia. La procedura non richiede anestesia.   Un apposito ago collegato ad un generatore di radiofrequenza viene guidato grazie alla radiografia (scopia) in prossimità dei rami nervosi sensitivi, che vengono identificati grazie alle "stimolazioni sensitive e motorie". La procedura non danneggia in alcun modo il nervo ma ne modula la trasmissione del segnale doloroso.

La radiofrequenza può dare benefici variabili dalle 4 settimane fino ad oltre 1 anno. Questa variabilità è condizionata dalla capacità di collaborazione del paziente durante il posizionamento dell’elettrodo. Infatti, il paziente dovrà guidare il medico a posizionarlo quanto più vicino al nervo descrivendo le sensazioni avvertite al passaggio del segnale elettrico: formicolio, bruciore, vibrazioni muscolari.

La radiofrequenza è una tecnica estremamente sicura ed efficace, ben tollerata. Le eventuali complicanze, prossime allo 0, possono essere legate ad un minimo rischio di sanguinamento e infezione nella sede del trattamento.

Terminata la procedura il paziente può ritornare a casa senza particolari accorgimenti. I benefici vengono avvertiti da subito e si rafforzeranno nelle due settimane successive.

Posizione dell’elettrodo sul n. otturatorio.              Posizione dell’elettrodo sul n. femorale.           

Dott. Vinicio Perrone

Medico Chirurgo
Specialista in ortopedia e Traumatologia

Domus Medica s.r.l.
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